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La strage del 1944
La strage del 1944
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LA STRAGE DEL 1944
Alcune notizie sull’eccidio del 3 aprile 1944
1° aprile. È la data del drammatico scontro che darà origine ad uno dei più sanguinosi eccidi tedeschi compiuti nel Nord Italia.
In piazza Vecchia, alle 11 del mattino, davanti alla salumeria Balbo, partigiani scesi dalla Val Sangone, affrontano un reparto di Ss italiane comandato da sottufficiali tedeschi.
Nello scontro muoiono due “ribelli” ed un milite delle Ss, che contano anche 18 feriti.
I partigiani rientrano in vallata, in parte a bordo di automezzi, in parte a piedi attraverso i Camussi, i Galli e la Colletta, portando con sé 32 prigionieri. Alle 14, tutti gli effettivi del VII battaglione Ss, di stanza alle Cascine Nuove del Bivio (la scuola agraria per missionari dei salesiani), con rinforzi giunti da Pinerolo e Torino, salgono in paese e setacciano l’abitato.
Vengono fermati centotrenta uomini, alcuni già arrestati due giorni prima e rilasciati, e bruciate tre case di piazza Vecchia. Ma quasi tutte le abitazioni saranno distrutte nel rogo appiccato dalle Ss il giorno successivo. Anche il vecchio mulino Ruffinatto, sempre in piazza Vecchia, in cui si erano appostati i partigiani, viene dato alle fiamme.
3 aprile. Dopo due giorni di intensi contatti fra i partigiani della Val Sangone, che hanno il loro comando a Forno di Coazze ed il tenente Ss Anton Renninger (alle dirette dipendenze del generale di brigata Peter Hansen, comandante della Legione Ss italiana, che ha fissato la sua residenza all’Hotel Campana di Pinerolo) per giungere ad uno scambio di ostaggi, i tedeschi non attendono l’esito delle trattative e alle 17 fucilano 51 civili inermi sul prato che fiancheggia la cascina Riva di Caia, a poca distanza dal rettilineo che conduce al Bivio. Un’ora più tardi giungono a Cumiana il comandante partigiano Giulio Nicoletta, accompagnato dal parroco del paese don Felice Pozzo e dal medico condotto Michelangelo Ferrero.
Ma non c’è più nulla da fare. Nella “Trattoria della stazione”, alle porte dell’abitato, Nicoletta apprende della sorte toccata ai 51 cumianesi dallo stesso Renninger: dopo una violenta sequela di accuse contro i nazisti, il comandante fa ritorno in Val Sangone, promettendo di tornare il giorno dopo, per riprendere i colloqui, sono in gioco le vite dei cumianesi ancora rinchiusi nelle stalle delle Cascine Nuove. A sera i militi del VII battaglione caricano i corpi dei fucilati e li sotterrano al cimitero, dove in una fossa comune riposano ancora oggi.
4 aprile 2004: Cerimonia Commemorativa del 60° anniversario dell'eccidio.
Domenica 4 aprile 2004 si è svolta a Cumiana la cerimonia commemorativa del 60° anniversario dell'eccidio di 51 Cumianesi avvenuto il 3 aprile 1944 ad opera di reparti delle SS Tedesche ed Italiane.
Alla cerimonia sono intervenuti il Sindaco di Cumiana Roberto Costelli, il Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Toselli, Manfred Kirscher dell’Associazione “ Alleanza per la Pace” di Erlangen, il Console Generale Tedesco in Italia Sig. Folkmar Stöcker, il Sindaco di Erlangen Siegfried Balleis, il Vice Ministro della Baviera all’Istruzione Pubblica Sig. Karl Freller, il Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Regionali On. Alberto Gagliardi.
Nella città di Erlangen visse il tenente delle SS Anton Renninger che comandò il plotone di esecuzione durante il tragico eccidio.
Tra Cumiana ed Erlangen si sono instaurati rapporti di solidarietà e di reciproca amicizia all'insegna degli ideali di pace e di unità Europea.
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